La zona di mezzo


poletti cenaC’è una fotografia che rappresenta meglio di tutte le altre l’essenza della situazione romana appena scoperchiata dalle inchieste e dagli arresti eccellenti di questi giorni. E’ la foto che raffigura il ministro Poletti presenziare ad una cena svoltasi nel 2010 organizzata da Salvatore Buzzi, figura di spicco nel mondo della cooperazione romana ma, secondo gli inquirenti, al vertice di quella che è stata ribattezzata “mafia Capitale”. Poletti non è indagato e non è interessato in alcun modo dalle attuali indagini: semplicemente era presente a quella cena insieme a tanti altri e questo dimostra quanto facile sia confondere il lecito con l’illecito e dove stia la forza di queste formazioni criminali.

La cena era un ringraziamento, come disse lo stesso Buzzi:

Per due anni insieme ad altre nove cooperative abbiamo lottato contro Alemanno che voleva tagliarci i fondi. Abbiamo organizzato sette manifestazioni in Campidoglio. Alla fine abbiamo raggiunto un accordo e perciò c’è stata quella cena. Invitammo i politici che ci erano stati a fianco, per questo c’erano anche esponenti del Pd

E di fatto c’erano tutti, sorridenti e affiatati: oltre all’attuale ministro del Lavoro erano presenti l’allora sindaco Gianni Alemanno (oggi indagato con Buzzi per associazione mafiosa), l’ex capo dell’Ama Franco Panzironi (arrestato con Buzzi), l’attuale assessore alla Casa Daniele Ozzimo (al tempo consigliere Pd e pure lui indagato dai magistrati), il portavoce dell’ex sindaco Sveva Belviso e il parlamentare del Pd Umberto Marroni, seduto, sorridente, vicino a Panzironi. Per non farsi mancare nulla era presente anche un esponente del clan dei Casamonica in semilibertà.

Sullo sfondo una vicenda che pare uscita da un film: un criminale che sconta una pena per omicidio riesce a fondare un’impero di cooperative che arriva a valere 60 milioni di euro, intessere relazioni in tutto l’universo politico-istituzionale di Roma (che è fatto di politici ma anche di manager delle partecipate) in un gioco di favori, appalti, lavori pubblici, tangenti, intimidazioni guidato da loschi figuri che si guadagnano l’appellativo di “re di Roma”. Interessi pubblici e privati, buoni e cattivi,  si stringono assieme in legami occulti e rapporti opachi con il risultato che non è più possibile distinguere dove finisca il lecito e cominci l’illecito. Una terra di nessuno dove a farne le spese è Roma stessa.

Ancora una volta, come ha detto il Procuratore Pignatone, bisogna sottolineare il ruolo impeccabile delle forze dell’ordine e la capacità della magistratura di ricostruire trame nascoste nell’ombra: quello che adesso tutti attendono è la reazione della politica, e una volta tanto si spera che non sia di circostanza.

Se la politica, a cominciare dal PD che deve fare i conti con anni di promesse di cambiamenti che ancora non si vedono, riuscirà a compiere quello scatto per rompere le logiche di potere che lasciano carta bianca a questi schemi criminali, allora si potrà sperare che presto o tardi Roma possa tornare a rifiorire come meriterebbe.

Se invece la politica tornerà ad impantanarsi nei suoi vizi, nelle logiche consolidate dal tempo e dalle poltrone, in questo “mondo di mezzo” cementato dalla convenienze reciproche, nei “ma noi siamo garantisti fino al terzo grado di giudizio”, nei “aspettiamo le sentenze definitive” di processi che si preannunciano tortuosi e complessi”, allora probabilmente nulla cambierà, i processi si impantaneranno nei loro tempi, l’indignazione piano piano cesserà e il silenzio calerà su questi fatti… per poi magari riesplodere tra qualche anno, con nomi e volti simili se non addirittura gli stessi in un nuovo giro di giostra.

Penso al PD e alla sua promessa di fare pulizia anche al proprio interno. Non vorrei che si trattasse solo di un’occasione per qualche regolamento di conti interno, guidato non dalla ricerca di maggiore trasparenza ma magari dalla tentazione di disfarsi di una figura “scomoda” come Marino e per chiarire le idee ad una maggioranza “non allineata” al nuovo corso renziano. Sarò prevenuto e spero di venire smentito nei fatti: altrimenti sarà l’ennesima pugnalata al cuore della Capitale, l’ennesimo aiuto di una criminalità che trae la propria forza dalla miopia della classe politica.

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